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A questo punto abbiamo visitato le caratteristiche e le possibili armonizzazioni di ogni grado della scala. Manca l'approfondimento di molti aspetti della materia; per colmare questa lacuna rimandiamo al corso di L'armonizzazione del basso può essere appresa anche soltanto basandoci su sperimentate formule tramandate dalla tradizione. Non è escluso che la creatività di ciascuno possa sperimentare soluzioni originali e nuove ma, avvertiamo, le deroghe potrebbero portarci a commettere 'sgrammaticature' per quanto riguarda il linguaggio tonale. * * * L'Armonia qui trattata è lo studio degli accordi e della loro concatenazione sulla base del repertorio tonale che si sviluppa tra la fine del XVI secolo e la fine del XIX. La seconda metà del '500 rappresenta un periodo di novità nell'elaborazione del linguaggio musicale; dopo un lungo dominio della Modalità (legata principalmente alla polifonia e al contrappunto), interviene il bisogno di una musica 'nuova' in cui i caratteri modali possano fondersi con una nuova sensibilità nei confronti della dissonanza. A distanza di secoli (dal sesto sec A.C. con la scuola Pitagorica) vengono ripresi gli studi della fisica del suono (Zarlino, Helmholtz, ecc.) che contribuiscono alla giustificazione teorico-pratica del passaggio dalla modalità alla tonalità. Già nei primi decenni del '600 l'armonia assume la compiutezza di un linguaggio acquisito. Il '700 e gran parte dell'800 rappresentano la piena maturità del linguaggio mentre la seconda metà dell'800 è impegnato a forzare i limiti delle possibilità armoniche fino al superamento della tonalità stessa (che si fa coincidere convenzionalmente con il "Tristano e Isotta" [1859] di R. Wagner). In tempi più recenti la dodecafonia di Schönberg, la politonalità in alcune opere di Strawinskj (per citare solo alcuni esempi), lo sviluppo della musica elettronica, la musica da film, ecc., rappresentano vorticose innovazioni che pongono nuovi e stimolanti interrogativi all'ascoltatore moderno. |
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Armonia in rete |
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