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Teoria dell'Armonia e analisi

20 - Analisi armonica

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Le diverse tipologie di analisi musicale (armonica, formale, stilistica, per citarne alcune) confluiscono e si compenetrano nell'analisi estetica.
Essa rappresenta la principale attività di studio del musicista.

L'analisi armonica è il primo passo da affrontare per lo studio del linguaggio tonale.

Abbiamo già affontato il tema analitico in altre lezioni, descrivendo i diversi tipi di accordo, i rivolti, le cadenze, ecc.
Il passo successivo è quello di sintetizzare il lavoro fin qui svolto e calarlo nella realtà viva del repertorio.

Diamo una serie di indicazioni di carattere operativo:

Analizzare un accordo significa:
- identifcare la nota fondamentale su cui è costruito,
- individuare il grado della scala su cui è costruito,
- descrivere la sua funzione armonica,
- denotare eventuali scostamenti dalla sua forma naturale (accordi alterati o cromatismi).

 

L'analisi di un accordo prevede tre momenti:
1) verifica degli intervalli tra le voci rispetto al Basso. In questa fase è sufficiente la struttura numerica degli intervalli.
2) se gli intervalli tra Basso e voci superiori sono tutti dispari, l'accordo si trova in stato fondamentale, in questo caso si passa all'analisi qualitativa degli intervalli che ci darà la natura dell'accordo.
3) nel caso in cui si riscontrassero intervalli pari significa che l'accordo è in stato di rivolto; in questo caso si deve individuare la nota fondamentale, che è rappresentata dall'intervallo pari più piccolo, e analizzare gli intervalli dell'accordo riportato allo stato fondamentale (specificando anche il tipo di rivolto).
Analisi accordi
1) notiamo che tutti gli intervalli rispetto al Basso sono dispari: 3° minore, 5° giusta e 7° minore, l'accordo è una Settima di Seconda specie
(vedi la Lezione n. 10 - Settime di tutte le specie )

2) gli intervalli rispetto al Basso sono tutti pari; in questo caso la fondamentale dell'accordo è rappresentata dall'intervallo pari più piccolo (la 2°); ricostruito sulla nota DO (la 2°) l'accordo è formato da: 3° maggiore, 5° giusta e 7° maggiore, Settima di Quarta specie allo stato di terzo rivolto.

3) notiamo un solo intervallo pari rispetto al Basso, quella è la fondamentale dell'accordo. Ricostruito sulla nota Mib (la 6° rispetto al Basso), gli intervalli sono: 3° maggiore, 5° giusta e 7° maggiore, accordo di Settima di quarta specie allo stato di primo rivolto.

4) L'ultimo esempio è un caso particolare: notiamo tra Basso e Tenore un intervallo di 6° eccedente, questo intervallo è sufficiente per riconoscere un accordo alterato, in questo caso la Sesta eccedente francese
(per gli accordi alterati vedi la Lezione n. 13 - Accordi alterati )

Se l'analisi si allarga ad una serie di accordi, oltre alla descrizione data sopra, sarà necessario aggiungere altre informazioni:
- la successione armonica è 'naturale', cioè rispetta l'evolversi normale dato dalle funzioni armoniche? Oppure ne modifica il corso (es. cadenza d'inganno),
- la successione armonica contiene anomalie cromatiche rispetto alla tonalità di rifermento? (accordi alterati, tonicizzazioni, cromatismi, ecc)
- sono presenti andamenti che richiamano una Progressione?
- qual è il ritmo armonico di un dato passaggio (per 'ritmo armonico' si intende la permanenza dei singoli accordi in rapporto tra loro),
- si riscontrano andamenti riconducibili ad un Pedale o un Ostinato? (vedi la Lezione n. 17 - Pedale )
- è prevalente un ambito consonante o dissonante?

Per rispondere a queste domande sarà opportuno effettuare una sintesi e un ripasso delle Lezioni che, sotto diversi aspetti, trattano i temi proposti.

* * *

Cenni sul metodo di analisi Schenkeriana (Heinrich Schenker, Vienna 1868 – 1935)
Questo modello di analisi è fondato sulla semplificazione e sulla stratificazione del tessuto armonico.
Secondo Schenker è utile individuare innanzitutto lo strato armonico profondo del brano, che, nel caso della musica dichiaratamente tonale, si identifica frequentemente con le principali cadenze.
Una lunga sezione può essere sintetizzata attraverso gli accordi estremi che, come detto, sono spesso in relazione cadenzale tra loro. La fase successiva dell'analisi consiste nell'entrare sempre più nel dettaglio, fino a giungere alla definizione completa di ogni accordo e alla sua funzione.

Un esempio di analisi schenkeriana:
Analisi schenkeriana
Da notare l'enfasi (anche grafica) che viene posta sulle armonie estreme del frammento (V - I è la cadenza perfetta), all'interno del brano vengono sottolineate le diverse armonie con le rispettive funzioni tonali (tonicizzazione alla relativa minore e ritorno al tono principale).

 

Alcuni brani con i quali esercitasi sull'analisi:

R. Schumann

 

Corale op. 68

 

Marcia op. 68

 

Cavaliere selvaggio op. 68

 

Primo dolore op. 68

 

Da genti e paesi lontani, op. 15 n. 1 (esempio di analisi armonica)

 

Il bimbo prega op. 15 n. 4

 

Un avvenimento importante op. 15 n. 6

 

Il poeta parla op. 15 n. 13

 

Abchied op. 82 n. 9

 

Rincorrersi op. 15 n. 3

 

 

     

J. S. Bach

 

"O testa insanguinata" - corale

 

Preludio in Do Maggiore (dal Clavicembalo ben temperato, I vol.)

 

 

 

F. Chopin

 

Peludio op.28 n. 7

 

Peludio op.28 n. 20

 

Peludio op.28 n. 6

 

Peludio op.28 n. 9

 

Ballata op. 23 n. 1 (frammento)

 

 

 

E. Grieg

 

Il pastorello Pezzi lirici op. 54

 

Ballade op. 24 (frammento)

 

Lezione 20 - analisi armonica

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