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Armonia in rete

Teoria dell'Armonia e analisi

Cenni sul linguaggio tonale

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Le lezioni presenti in questo sito hanno il solo scopo di fornire una traccia di studio semplice e, speriamo chiara, per chi desidera avvicinarsi all'affascinante mondo dell'Armonia.

L'assistenza di un valido insegnante non è facilmente sostituibile, ma, con la dovuta attenzione, anche il solo impegno personale può condurre ad una sufficiente comprensione della materia.

 

L'Armonia qui trattata è lo studio degli accordi e della loro concatenazione sulla base del repertorio 'tonale' che si sviluppa tra la fine del XVI secolo e la fine del XIX.

La seconda metà del '500 rappresenta un periodo di novità nell'elaborazione del linguaggio musicale; dopo un lungo dominio della Modalità (legata principalmente alla polifonia e al contrappunto), interviene il bisogno di una musica 'nuova' in cui i caratteri modali possano fondersi con una nuova sensibilità nei confronti della dissonanza.

A distanza di secoli (dal sesto sec A.C. con la scuola Pitagorica) vengono ripresi gli studi della fisica del suono (Zarlino, Helmholtz, ecc.) che contribuiscono alla giustificazione teorico-pratica del passaggio dalla modalità alla tonalità.
L'acustica, oltre a confermare le teorie pitagoriche dei suoni armonici, compie passi ulteriori grazie allo sviluppo della sperimentazione sulla natura e le carateristiche delle vibrazioni sonore (Mersenne, Galilei, ecc.) . La teoria dell'armonia acquista in tal modo anche una giustificazione fisico-acustica.

Già nei primi decenni del '600 l'armonia assume la compiutezza di un linguaggio acquisito. Il '700 e gran parte dell'800 rappresentano la piena maturità del linguaggio mentre la seconda metà dell'800 è impegnato a forzare i limiti delle possibilità armoniche fino al superamento della tonalità stessa (che si fa coincidere convenzionalmente con il "Tristano e Isotta" [1859] di R. Wagner).

 

Il linguaggio tonale conserva i caratteri essenziali (se pur semplificati) della modalità, il raffinato sistema modale viene concentrato in due scale (modo maggiore e minore) che ne riassumono le sfumature essenziali.

Gli elementi di novità del linguaggio tonale:
- l'uso della dissonanza adottata come elemento dinamico nel discorso musicale e non solo come espediente di coloritura espressiva (il cromatismo e la dissonanza non erano del tutto sconosciute nelle epoche precedenti, ai madrigalisti in special modo, ma rappresentavano elementi estranei, non sistematici, impiegati soprattutto per sottolineare le tensioni espressive del testo).
- la cadenza (la cadenza perfetta V-I) e i suoi sviluppi.
- la modulazione, cioè l'uso strutturale delle note alterate e il conseguente mutamento del centro tonale.

Lo spazio musicale diviene 'prospettico' (*), da un centro tonale ben definito si diramano altre regioni armoniche che, con il centro e tra loro, hanno rapporti più o meno affini.

E' possibile immaginare il sistema tonale proiettato in uno spazio tridimensionale. Al centro la TONICA, intorno le scale-pianeti che, attraverso forze di attrazione e di repulsione, tendono ad un equilibrio statico (la risoluzione della dissonanza è una sintesi del processo).

In breve: Il linguaggio tonale è imperniato sulla ricerca di equilibrio tra CONSONANZA e DISSONANZA

 

 

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2014
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