La perfetta conoscenza degli intervalli è la condizione essenziale per un proficuo approccio all'armonia.
Gli accordi sono costituiti da intervalli sovrapposti, la loro natura è riconoscibile dalla qualità dei rapporti che intercorrono tra i suoni componenti; un'insufficiente capacità analitica può portare a grosse difficoltà nell'analisi degli accordi e alla loro localizzazione all'interno della tonalità.
Il termine Tonalità sta a indicare l'altezza della scala di riferimento (sia Maggiore che Minore); indica altresì il complesso di relazioni che si crea tra i suoni considerati come elementi fondamentali del linguaggio, chiamato appunto 'tonale'.
Il termine Modo indica la successione dei toni e semitoni rispetto alla Tonica.
L'armonia è la grammatica del linguaggio tonale.
Tralasciando per ora i Modi del sistema della classicità greca e del modalismo medioevale, concentriamo l'attenzione sui due modi 'moderni': Maggiore e Minore.
Con l'adozione del sistema tonale (vedi l'Introduzione) le scale di modo Maggiore e di modo Minore assorbono di fatto i modi cosiddetti 'antichi' e ne riassumono i caratteri essenziali. Nello stesso processo vengono identificati gli intervalli, i quali rappresentano la descrizione di ogni singolo grado dei due modi.
I termini che servono a indicare gli intervalli derivano proprio dalle due scale:
Maggiore indica un grado della scala Maggiore Minore indica un grado della scala Minore Giusto indica un grado comune ai due modi
Sovrapponendo le scale nei due modi si nota che i gradi mobili sono: il 3° il 6° e il 7°
Il 1° (8°), 4° e 5° grado sono i gradi Giusti.
Gli intervalli di 3°, 6° e 7° si definiscono MAGGIORI o MINORI (rispetto al modo a cui appartengono)
Gli intervalli di 4°, 5° e 8° (o unisono) si definiscono GIUSTI A questa regola fa eccezione il 2° grado che, pur essendo invariato nei due Modi, non si definisceGiusto, poiché il suo rivolto (7°) non è un grado comune ai due Modi. Si definisce Maggiore se comprende un tono, Minore se comprende un semitono diatonico. Le definizioni: Eccedente, Diminuito, Più che eccedente e Più che diminuito si riferiscono a gradi che non fanno parte né del modo maggiore, né del modo minore (si definiscono anche gradi cromatici).
Il semitono può essere di due tipi: Diatonico se è uno dei semitoni della scala (Si - Do, Fa# - Sol. ecc.), i nomi dei suoni sono diversi
Cromatico se i due suoni hanno lo stesso nome (Do - DO#, Sol - Solb, ecc), si trova nella scala cromatica
Rivolti degli intervalli
Il rivolto di un intervallo si ottiene spostando all'ottava superiore il suono grave.
L'intervallo fondamentale e quello rivoltato hanno rapporti costanti tra loro:
- La somma dei due numeri dà 9 (3°- 6°, 5°- 4°, ecc.)
- La qualità del rivolto è reciproca rispetto all'intervallo fondamentale (Maggiore-Minore, Minore-Maggiore, Eccedente, Diminuito, Giusto-Giusto, ecc.)
Intervalli semplici e intervalli composti
Sono intervalli semplici quelli che non superano la 9°, composti quelli che vanno dalla 10° in poi.
Se l'intervallo è molto ampio, è necessario 'semplificarlo', ciò si ottiene sottraendo 7 fino a renderlo semplice (più facilmente analizzabile).
Intervalli omofoni o enarmonici sono così definiti gli intervalli che sono rappresentati in diversa notazione, ma hanno lo stesso suono (questo è possibile nel sistema temperato).
Esempio: DO# - REb, DO - SI#
Intervalli consonanti e intervalli dissonanti
Sono consonanti gli intervalli che hanno carattere di riposo, dissonanti quelli che hanno carattere di moto.
Le consonanze di dividono in:
Perfette : Unisono, 5° e 8° - si definiscono in questo modo perché hanno una sola forma Imperfette : 3° e 6° - possono presentarsi in due forme: Maggiori e minori
Le dissonanze possono essere:
Diatoniche : 2°, 7° - Maggiori e minori Cromatiche : tutti gli intervalli eccedenti, diminuiti, più che eccedenti, più che diminuiti
L'intervallo di 4° è definito 'consonanza mista', poichè il suo carattere viene precisato dal contesto in cui si trova, talvolta è consonante, talvolta dissonante.
Intervallo di TRITONO (tre Toni consecutivi, detto, in epoca medievale, Diabolus in Musica)
E' l'intervallo caratteristico del linguaggio tonale, è formato dalle due sensibili della scala (4° e 7° grado), la sua forte dissonanza amplifica il carattere centripeto del primo grado e stabilisce senza possibilità di equivoco la Tonalità (non il Modo, solo la Tonalità).
Nell' esempio le note FA e SI sono in rapporto di TRITONO, possono essere lette soltanto in Do maggiore; se ci fosse un diesis in chiave sarebbe il FA#, se ci fosse un bemolle sarebbe il SIb. Sono quindi escluse tutte le tonalità con diesis e tutte quelle con bemolli.
Il FA e il SI si trovano anche in La minore ma, in questo caso, non sono nella posizione delle sensibli, sono il 2° e 6° grado
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